Pangea NEWS La Newletter di Koinè Studi e Ricerche
A cura di Michele Seno |
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Numero 1 del 08.07.2008 | E-mail: scrivi@pangaea.it - website: www.koinestudiericerche.it & www.pangaea.it |
Cara Lettrice, Caro Lettore,
riceve questa newletter in quanto il Suo indirizzo di posta elettronica è stato
segnalato da uno dei collaboratori di Koinè Studi e Ricerche, centro
studi che ho l'onore di presiedere, oppure perché Ella ha partecipato a nostre
iniziative. Al fine di non turbare la Sua privacy la informiamo che Ella può
disdire l’iscrizione a questo notiziario in qualsiasi momento rispondendo a
questo messaggio scrivendo nell'oggetto la parola "REMOVE".
I Suoi dati vengono utilizzati dal Centro studi
Koinè esclusivamente per l’inoltro di questo notiziario e per gli avvisi delle
iniziative che vengono organizzate.
Nell'auspicio di poter contare sulla Sua attenzione La ringraziamo per il tempo
che vorrà dedicarci.
Michele Seno
Post-It
Abbiamo già annunciato la nascita di una nuova collana editoriale curata dai tipi della Mazzanti Editori: Terza Repubblica. Recentemente è iniziata la distribuzione nelle librerie e sono state pianificate alcune iniziative di promozione del primo volume. Della prima iniziativa, a Verona, a seguire riportiamo tutte le informazioni. Delle successive, ampi dettagli saranno riportati nel sito del centro studi (www.koinestudiericerche.it), mentre nelle prossime uscite forniremo maggiori dettagli . Questa newsletter riporterà in anticipo sempre le informazioni delle attività in fase di organizzazione.
Chiunque fosse interessato a ricevere una copia delle pubblicazioni, l'Editore garantisce in pochi giorni la consegna acquistando anche via Internet. Compera una copia...
Prossimi appuntamenti
Verona discute sull'intervista ad Ettore Bonalberti
Venerdì
11 luglio 2008 dalle ore 18.00, presso Officina Contemporanea in via dei
Mutilati 8/a a Verona, presentazione del libro:
“Dalla fine della DC alla svolta bipolare. Intervista a Ettore Bonalberti” di
Giuliano Ramazzina
Prefazione di Roberto Formigoni - Postfazione di Franco Marini (Terza Repubblica
- edizioni Mazzanti, Mestre 2008)
Con gli interventi di:
- Giuliano Ramazzina - autore del libro
- Ettore Bonalberti - l’intervistato
- Gustavo Franchetto - consigliere Regione del Veneto, IDV
- Monsignor Bruno Fasani - direttore dell’uffi cio stampa e comunicazioni
sociali della Diocesi di Verona
- Gianni Fontana - già ministro della Repubblica
- Stefano Valdegamberi - assessore Regione del Veneto, UDC
- Moderatore: Michelangelo Bellinetti - giornalista e docente universitario
Per
informazioni: tel. 045 8008288 -
info@atelieritaliano.org - Invito (Scarica)
L’evento è organizzato da Officina Contemporanea, Koinè Studi e Ricerche e dal
Gruppo Consiliare Udc di Verona.
Scrive Giuliano Ramazzina: “Dalla testimonianza di Bonalberti non mi
interessava catturare lo svelamento di segreti (vedi casi Moro e Bisaglia,
scandalo Ior-Ambrosiano e via elencando) che in ogni caso restano inquietanti
sullo sfondo, bensì delineare la costruzione di certi fili di connessione tra
passato, presente e futuro, evidenziando sia i tanti punti di sclerosi della
nostra società tendente al declino, sia i possibili punti di novità legati alla
riforma elettorale, al capitale umano, alla meritocrazia e all’innovazione in
economia”.
Reportage
La Neve di Rio
Da questo numero e per le prossime 4 edizioni pubblicherò un reportage di Max Bonaventura dal Brasile sul consumo di sostanze stupefacenti da parte dei giovani.
Il mondo globalizzato ha avvicinato non solo le Capitali del mondo, ma anche chi vi vive. Ha assorbito le specialità dei popoli e le ha omologate. Per questo quando si legge "Rio", potrebbe essere una qualsiasi metropoli italiana, ma anche una qualsiasi città: si ritiene che a Milano la percentuale di giovani che frequentando locali da ballo e più in generale centri di divertimento musicale che fanno uso di sostanze stupefacenti sia dell'80%...
La Neve di Rio - 1 - 31 maggio 2008
Una festa rave a Jericoara termina con un morto. E' un
ragazzo di 17 anni che, falsificando il documento di identità, era riuscito ad
entrare con amici nel sogno della sua vita. La musica house impera in queste
mega festa alle quali partecipano circa diecimila giovani. Se consideriamo che
il 99% di loro, a detta dei piccoli spacciatori, fa uso di droghe, abbiamo il
quadro chiaro della situazione e anche del sogno di consumo della generazione
musicale odierna.
Rio ha vissuto un carnevale piovoso, a causa dell’effetto stufa che prevede un
riscaldamento globale, ed è una situazione imbarazzante per un mondo abituato a
riversarsi in strada e festeggiare per giorni senza tornare a casa. L'elenco
delle feste e delle sfilate e delle camminate musicali è interminabile, ogni
quartiere ne propone almeno una mezza dozzina. Solo qui intorno ci sarebbe da
uscire di mattina alle 10 e camminare per il parco di Flamengo a ritmo di samba,
sterzando poi per il colorato quartiere di Catete a suon di forrò, proseguendo
verso la Musica Popolare Brasiliana che imperversa sotto l'antica chiesa sul
colle di Gloria, passando se ci riusciamo sotto il candido arco di Lapa
perennemente intasato di gioventù che non saprebbe dire nemmeno che musica sta
toccando la banda di turno, riversandosi con la antica scuola della Bola Preta
nella piazza Cinelandia del Centro fra Musei e salsicce, finendo per inerpicarsi
su, su fino all'acciottolato portoghese di Santa Tereza in mezzo a fiumi di
birra musicale.
Si fa presto a riempire un calendario con un centinaio di eventi che strizzano
l'occhio nemmeno tanto sobrio alla popolazione godereccia.
La base di ogni festa è sempre la musica: toccata, battuta, ballata coi piedi e
con la testa, fino a sprofondare lì dove il cuore si fonde col selciato... Va da
sé che le discoteche amplificano la voglia di trasgressione con tonnellate di
Neve di Rio, la polverina bianca che imbratta feste pubbliche e private.
Ad ogni piè sospinto si parla di organizzare un nuovo evento musicale, come la
nuova festa rave a Jacarepaguà, il Cremsfield, annunciata come la più grande del
paese. Gli organizzatori assicurano 500 agenti privati deputati al controllo e
il rispetto di tutte le norme di sicurezza, compresa l'installazione di
telecamere interne con zoom di controllo.
La polizia dichiara che se noterà falle nell'espletamento delle norme di
sicurezza, non darà il permesso all'organizzazione dell'evento. Ma se è già
chiaro che nessuno dei partecipanti all'evento intende rinunciare alle balas di
ecstasy, perché non affrontare la questione di petto?
Forse perché laddove esiste una grande giro di denaro anche le dichiarazioni
vengono gettate dagli organi preposti come candelotti fumogeni.
Diecimila persone a 90 reais a testa fanno circa un milione di reais, circa
mezzo milione di dollari solo di ingresso. In realtà fra bibite e additivi
illegali il bilancio può triplicare.
Da quando mondo è mondo, non esiste cultura giovanile che non abbia ricercato un
anelito di libertà attraverso la rivoluzione passiva di qualche intorpidente. Ma
se un tempo l’uso delle droghe era riservato a pochi gruppi di disadattati
sociali, in fuga dalla realtà, o a celebrità dello spettacolo in cerca di
sostegno psico-fisico, l’odierna novità riguarda l’accesso in massa al consumo
indiscriminato. Gli eccitanti e i vecchi allucinogeni hanno lasciato il posto a
sigle ben più versatili, facili da realizzare e dall’effetto difficilmente
prevedibile. Special Key,Ghb, Ecstasy, MD, Coca, Bala, Dolce, Succo, sono solo
alcuni dei nomi con i quali chiamare questo dipinto dai colori cangianti,
sostenuto da un marketing battente e da una domanda in continuo aumento.
Special Key è un anestetico liquido per cavalli che disidratato diventa in
polvere, viene utilizzato per iniezione, o sniffato e dà effetto anestetico,
molto utile per vincere la spossatezza ha chiaramente trovato il suo paradiso
commerciale nelle discoteche, dove i ragazzi danzano fino alle quattro o cinque
del mattino, per poi riversarsi in altre feste mattutine chiamate after hour,
dopo la chiusura delle piste tradizionali. In questi locali si entra solo come
proseguimento della festa e dello sballo, quindi tutti sanno che l’uso degli
stupefacenti continua alla grande...
(... continua nella prossima edizione.)
Segnaliamo
La regressione civile del Paese
L’Italia è a rischio di regressione civile. Così
ha dichiarato con drammatica solennità il Presidente Napolitano. Non si tratta
di uno stato di difficoltà. Non si tratta nemmeno di declino relativo, quel
concetto che è entrato nelle quotidiane analisi economiche per indicare che da
dieci anni a questa parte l’Italia non riesce a crescere alla pur bassa velocità
dei partner occidentali. Regressione civile è peggio di tutto questo, perché non
significa procedere troppo lentamente o stare fermi in un mondo che cammina.
Significa tornare indietro e perdere qualcosa che si aveva. Come per un
individuo colpito da una malattia debilitante , significa che la nostra identità
collettiva va sfaldandosi, che stiamo smarrendo la nostra capacità di sentirci
una nazione.
Per capire come siamo arrivati a questo punto, serve ricordare la nascita della
Repubblica. Una Repubblica figlia della disfatta fisica e morale subita nella
seconda guerra mondiale ma anche del riscatto operato dalla Resistenza. Una
Repubblica che recuperava, dopo un secolo di oblio, gli ideali libertari e
repubblicani che avevano dominato il Risorgimento prima che l’obiettivo primario
dell’unificazione territoriale inducesse Garibaldi e altri mazziniani ad
accettare la monarchia sabauda. Illuminante al riguardo è il discorso di De
Gasperi alla Conferenza di pace del 1945, in cui egli parlava ai vincitori e al
mondo a nome di un paese sconfitto ma anche di una nuova repubblica “che
armonizza in sé le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Mazzini, le concezioni
universalistiche del cristianesimo e le speranze internazionaliste dei
lavoratori”. Da questa armonizzazione è nata la nostra Costituzione. Ma questa
magica convivenza ha avuto vita breve. Annullata per irrilevanza numerica la
componente liberale e repubblicana, ghettizzata nella guerra fredda la
componente comunista, degradata la componente cattolica al potere dopo la
scomparsa di De Gasperi e della sua coraggiosa difesa dello stato laico contro
le prepotenze di Pio XII, il tempio della politica nei decenni successivi è
stato frequentato più dai mercanti e dai loro clienti che non dai sacerdoti e
dai fedeli. L’impatto sulla coscienza collettiva , in termini di progressivo
disincanto ed egoismo, è risultato alla lunga devastante.
Non è stata tuttavia una continua discesa verso il peggio. Il miracolo
economico, la rapida industrializzazione, alcuni importanti successi in campo
culturale, scientifico, artistico, sportivo, tutto ciò ha dato momenti di
genuina condivisione popolare e di orgoglio nazionale. La Presidenza di Ciampi è
stato un continuo sforzo di ricollegarsi a Mazzini, di diffondere il gusto di
cantare l’inno di Mameli, di riscoprire il senso della Patria o almeno di
ripristinare l’uso del termine dopo che l’ abuso fattone dal fascismo aveva
indotto gli italiani a ripudiarlo ( come aveva subito denunciato uno dei padri
della Repubblica, Piero Calamandrei). Ma nel frattempo il tessuto connettivo
della nazione si era logorato a causa di mezzo secolo di politica centralistica
inefficiente e spesso corrotta, che aveva inceppato il Nord senza riuscire a
risolvere il problema del Sud e aveva generato venti di secessione. Il diffuso
disprezzo della casta politica, che ha avuto un’impennata negli ultimi anni, ha
ulteriormente impoverito la nostra identità nazionale e nella migliore delle
ipotesi ci ha spinto a trovare rifugio sentimentale nelle piccole patrie locali
e a incanalare la residua spinta alla solidarietà nel volontariato e quindi al
di fuori dello Stato. Il fondamentalismo cattolico dell’attuale Papato ha
riaperto antiche fratture e ha minato il senso di una comune adesione ai
princìpi dello Stato liberale. La crisi economica e i diffusi timori sul fronte
della sicurezza individuale hanno dato il colpo finale e hanno generato i
fenomeni attuali denunciati dal Presidente Napolitano: fenomeni di intolleranza
e di violenza, di insofferenza e ribellismo.
Servirebbe un nuovo Risorgimento. Ma non si vedono sulla scena nuovi Mazzini,
ossia apostoli capaci di dare vita a una nuova stagione di passione nazionale e
di valori alti e condivisi. Bisogna sperare che almeno la classe politica sia
consapevole del drammatico rischio di regressione civile e trovi la
determinazione e la concordia necessarie per avviare a soluzione i problemi che
più mettono in pericolo la tenuta civile del Paese, cioè quelli che toccano la
giustizia , la sicurezza, il federalismo.
Prof. Gilberto MURARO - Pubblicato su Il Mattino di Padova il 16.06.2008
Segnaliamo
Quel rompicapo del debito pubblico italiano
A conclusione del convegno organizzato da Koinè Studi e Ricerche sull'annoso e irrisolto tema del debito pubblico nazionale è stato redatto da parte di Ettore Bonalberti un intervento per la rivista Formiche (co-partecipe all'organizzazione) che riportiamo a seguire. Questo intervento sarà pubblicato nell'edizione di luglio a breve in edicola. Leggi.
Dibattito
Blog, Stampa e Magistratura
La notizia è di questi giorni ed è stata ampiamente riportata dalla stampa nazionale. Avviene tutto in Italia, in Sicilia per la precisione e di Modica è il Tribunale non quello di uno sperduto paese della Cina alla vigilia delle Olimpiadi. L'accusa è di stampa clandestina. Un reato che fa parte del nostro Codice sin dal periodo fascista e che trova applicazione nelle pubblicazioni su carta stampata senza la relativa autorizzazione del Tribunale territorialmente competente.
I fatti sono quelli di un giornalista che ha un Blog in internet e che riceve una querela per diffamazione mezzo stampa da parte di un consigliere comunale. Il Tribunale dà ragione all'accusatore e chiede la sospensione di tutto il sito! Ancora più kafkiana la vicenda del prof. Carlo RUTA che ha dovuto trasferire il suo sito di ricerche storiche siciliane all'estero...
Le osservazioni da fare sono due. Quando un direttore di giornale viene condannato per querela vengono sequestrate tutte le edizioni di quel giornale? Inoltre il Blog per sua natura non presenta la fatispecie di edizione periodica, quindi può essere annoverata tra le pubblicazioni a mezzo stampa?
La legge in questione ha visto la luce in un periodo storico nel quale non esistevano le tecnologie attuali. Allora controllando la carta stampata si poteva controllare tutta l'informazione. Questi sistemi di controllo trovano ancora applicazione in molti paesi, dove regimi illiberali reprimono tutte le forme di informazione non autorizzate e controllate.
Crediamo molto nell'informazione via web. Sicuramente la forma più libera ed immediata per raggiungere i lettori. Il media di questi nostri tempi ipertecnologici. La Rete può raggiunge tutti ed ovunque: sui telefoni; sui computer portatili; dialoga con le tv digitali e con gli elettrodomestici; già da tempo ha creato notevoli sinergie con la radio.
Assume sempre maggiore attenzione e come riporta un'indagine effettuata da lavoce.info è un mezzo di informazione molto affidabile e anche noi ritorneremo su questa ricerca nei prossimi numeri.
Controllare il web vuol dire controllare la libertà di espressione dell'uomo di questo nostro tempo. Chiudere i Blog (cioè i diari on line) è far tacere quella forma di commento libero che l'uomo non ha mai avuto a disposizione in modo semplice e quasi gratuito. Riflettiamoci.
Newletter dell'Associazione Koinè Studi e Ricerche - Sede Legale
Castello 1514 - 30122 Venezia - Italy |